Sembra che tutti stasera vogliano farmi incazzare, anche se so che i miei ormoni in subbuglio (CPM) mi fanno sentire la rabbia e la tristezza in modo amplificato. Anche l'account di google mi ha creato problemi.
Sono stufa.
Di tutto.
Della vita.
Di me.
Eccetera eccetera.
Ma soprattutto sono stufa, arcistufa della mia (limitata) cerchia di amicizia. G. rompe i coglioni da due giorni o anche di più perché non ha voglia di fare niente, starà semplicemente affrontando un'altra fase della sua depressione secolare causata dal rapporto malato, soffocante e sbagliato che ha con il suo ragazzo, o ex-ragazzo, non sono aggiornata pienamente dei risvolti delle ultime ore e, per quanto riguarda quei due, anche per qualche minuto le cose possono ribaltarsi.
Crisi amorosa, depressione profonda, aiuto degli amici, rifiuto degli amici, conseguente giramento di coglioni degli amici, ripresa amorosa, riappacificazione con gli amici e di nuovo tutto da capo. Queste sono le fasi che da 4 ANNI devo sopportare. E che sopporto anche volentieri perché le voglio bene e ci tengo a farla stare bene, ma anche io ho un limite di sopportazione.
Mi sono appena ricordata che è appena passato il 25 aprile, l'anniversario, e questo spiega il profondo malumore di G.. Ora mi sento pure in colpa per non essermelo ricordato. Sono sull'orlo dell'esaurimento e posso in un certo senso comprendermi ma... dovevo ricordarmelo, cazzo. Vorrei chiedere a Freud il perché della mia dimenticanza, forse non volevo capirla? Volevo scaricare su di lei un po' di colpa per il suo comportamento e tutte le mie frustrazioni?
Ma G. non è l'unica mia amica ad essere un po', perdonatemi il termine, squilibrata. Anche D. non è serena, specialmente in questo periodo. Le manca la sua città natale, avere una grande cerchia di amici e forse, sospetto, anche essere ammirata. E poi, è un'adolescente, chi non ha un po' di problemi con se stesso e con gli altri in questo periodo?Forse ricorda con nostalgia i tempi in cui viveva ancora là perché erano tempi tranquilli, che appartenevano ancora un po' all'infanzia. Non lo so.
Fatto sta che è difficile comunicare o comunque averci a che fare, non le do la colpa, ma in questo ultimo periodo sto pensando un po' egoisticamente al mio gruppo di amici e al effetto che loro hanno su di me. Infatti, anche l'unico che di facciata sembra stare meglio, nonostante la sua evidente misantropia, nasconde sentimenti depressi che si rivelano solo attraverso battute o quando è ubriaco, ma che si possono cogliere.
Insomma, siamo un gruppo di squilibrati e depressi. E come posso trovare io un po' di equilibrio quando ho degli amici che stanno peggio di me? Quando sono io quella abituata ad adattarmi ai malumori degli altri e a cercare di correggerli? E quando sto male io? Dovrei rivolgermi a una depressa, totalmente priva di autostima, e distrutta da una relazione prematura o una ragazza in piena crisi adolescenziale che si sente isolata da ciò che la circonda o ad O. che ha già programmato il suo suicidio per dopo la dipartita dei suoi genitori?
E l'unico altro pilastro che ho, A., vive a chilometri e chilometri di distanza e non può essere un VERO supporto se non per chat o sms. Posso scriverle, ma a volte mi sento un peso troppo grande. Anche lei ha i suoi problemi e anche lei non è il massimo dell'equilibrio, anzi.
Ma è un pallido supporto a cui ho bisogno di aggrapparmi.
E non è sufficiente. Quanto G. e D. mi sbattono la porta in faccia, per i loro problemi vari, mi sento incredibilmente sola. Chi ho io oltre a loro? O., che per definizione, non è un gran consolatore. A., che vive in culo al mondo e un problema alla linea telefonica la potrebbe far "svanire".
Chi ho io al mondo?
La mamma. Mi aiuta tanto solo la sua presenza ma non riuscirei mai a confidarle i miei problemi che la farebbero solo stare male e non voglio causarle dolore, ha già sofferto abbastanza.
Così, mi sento sola, isolata, esclusa. Ed è come tutto il peso del mondo mi schiacciasse e facesse sentire impotente.
Chi sono io?
Una psicopatica che spera in un invasione aliena perché pensa che gli umani non siano degni di abitare la Terra. Che ride da sola perché, nella sua testa, sta vivendo un momento divertente e felice di cui solo lei sarà testimone. Che piange per tutto e niente quando il suo precario equilibrio mentale viene messo a repentaglio da ormoni, alcool o da una delusione inaspettata. Sono questo?