domenica 13 gennaio 2013
Le Giornate S.
Le "Giornate S." sono quelle in cui, qualsiasi cosa faccia, dica o pensi, i miei pensieri volano capricciosi verso di lui. Non capisco ancora con quale schema le "Giornate S." compaiano ma credo che i sogni felici, per non parlare di quelli su di lui (o quelli felici su di lui!) mi facciano pensare automaticamente alla mia più recente e dolorosa delusione.
A volte mi chiedo come S. possa essere ancora insediato nella mia testa, dopo un anno. In realtà erano un paio d'anni che, quasi senza accorgermene, il mio sguardo si posava su di lui mentre scendeva dal bus ma non gli avevo mai dato importanza. Era solo un ragazzo che ritenevo carino. Niente di più.
E poi, dopo averlo visto in quell'aula si è trasformato in qualcosa di più. E' diventato un argomento di conversazione e di scherzi con la mia amica, una specie di passatempo. E ho cominciato a guardarlo più spesso, a cercalo a scuola tra le centinaia di studenti e a diventare agitata prima di entrare nella stanza dove entrambi andavamo durante l'ora di religione. E poi lui è venuto a parlarmi quella sera, sono cominciate le conversazioni, i saluti imbarazzanti, le chiacchierate su fb ed è arrivato Carnevale. E tutto il dramma che è seguito a quei 30 secondi di bacio.
Ora, gennaio 2013, mi domando come sia possibile che, qualche giorno fa, al pensiero "Sono finite le vacanze di Natale. Tornerà in Italia, sempre ammesso che se ne sia andato" io abbia sorriso. Cosa ha lui di così speciale? Cosa c'è in me di così sbagliato che non mi permette di dimenticarlo?
Queste due domande sono ancora senza risposta anche se me le sono poste migliaia di volte.
Lui è un ragazzo normalissimo, nel senso che non ha nulla di speciale.
Non è bello. Razionalmente ammetto che è carino ma c'è molto di meglio e non sto parlando degli attori o di modelli: anche a scuola o in giro ne vedo a decine di più attraenti.
Non spicca per la sua simpatia. Okay, è piacevole parlare con lui, è simpatico ma ce ne sono a milioni di simpatici quanto lui, se non di più.
Non mi ha mai dato particolari attenzioni. E' stato lui che ha deciso di parlare con me per le prima volta ma voleva anche presentarmi il suo amico G.. E' stato lui a dirmi "Ti faccio compagnia" sedendosi in corriera vicino a me invece di occupare un posto completamente libero ma è una cosa che farebbe qualunque amico. No? E' stati lui a baciarmi ma io lo avevo provocato terribilmente e lui, sì, devo dirlo. Lui era ubriaco. Anche se sia io, che la mia adorata A. (la mia amica un tempo virtuale ma che ormai vedo appena ce lo permette la discreta distanza che ci divide) concordiamo sul fatto che, se è stato in grado di guidare mezz'ora dopo il fattaccio, avrebbe dovuto essere in grado di "guidare" anche le sue labbra lontano dalle mie. Comunque sia andata, quel poco che c'è stato fra noi non giustifica il mio interesse (mi piacciono gli eufemismi) per lui.
Ultimo punto, che avrebbe dovuto distogliermi ancora all'inizio di tutto, ha la ragazza. Quando ho scoperto come si chiamava la mia conoscente mi ha riferito anche che aveva la ragazza. Quando ho conosciuto lui di persona, invece, alla mia domanda "Hai la ragazza?" il bastardo ha risposto "Boh" e poi mi ha spiegato che si frequentavano ma non sapeva se stavano insieme. Un dubbio che ha lasciato molto spazio per la fantasia di una ragazza stupida e invaghita come ero io.
Dopo che ci siamo baciati il "Boh" si è trasformato in un "Io ho già la ragazza". Quante sberle.
Fatto sta che la mia ossessione, perché non è niente di sano o nella norma, non è giustificabile. Oggi ho trovato delle pagine di un piccolo diario cartaceo che ho scritto a luglio, cinque mesi dopo il nostro bacio, e cinque mesi fa. Scrivevo che stavo lentamente superando questa storia, che pensavo meno a lui. Probabilmente è vero, probabilmente stavo molto peggio l'anno scorso (anche perchè vederlo tutti i giorni a scuola non aiutava) ma a luglio forse speravo che di quel passo sarei riuscita ad andare avanti. Invece sono ancora impantanata qui, in questa inutile storia. A volte S. è solo un pensiero passeggero, a volte penso che non mi importi più così tanto di lui e poi, solo per smentirmi, arriva una Giornata S. dove tutto mi ricorda quello che non c'è stato fra noi.
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