giovedì 17 gennaio 2013

Sindrome della pagina bianca.

Dopo aver perso una buona mezz'ora a perder tempo su internet ho deciso di scrivere. Cosa ancora non lo so, di solito ho un'idea precisa in testa, una scaletta di cose da sfogare mentre ora non ho idea di cosa sono in procinto di scrivere e ho rimandato questo appuntamento proprio per superare questo momento.
Non avevo mai avuto la sindrome della pagina bianca, tranne quella volta in cui dovevo scrivere un racconto per un concorso. Ma in quel caso non era la pagina bianca il problema, era l'argomento. Datemi un titolo ed ecco che la mia fantasia resta incastrata in una porta automatica (okay, ora non sto più parlando della mia fantasia ma di un divertente aneddoto tratto dalla mia imbarazzante vita. Sì, sono rimasta incastrata in una porta automatica, o meglio: le porte si sono chiuse e io ho preso una gran botta sulle braccia prima di uscire da quella "morsa" tra il mio imbarazzo e le risate delle mie compagne di classe. Oh, ho appena ricordato che quel giorno, per caso, ho incontrato S. che grazie a Dio non ha assistito alla scena. Ma che problema ho io?!). Quando finalmente sono riuscita a trovare qualcosa da raccontare e a scrivere qualche pagina (troppe pagine, non sono fatta per scrivere racconti o comunque per essere sintetica) il concorso fu annullato. In barba al mio sforzo di volontà per partecipare (non mi piaceva l'idea di "espormi" così tanto come scrittrice) e a quello di fantasia per trovare una storia adatta al loro stupido argomento.
Ora ho notato che ho scritto già mezza pagina quindi il problema "Non so che scrivere" sembra svanito.
Negli ultimi tre giorni non ho fatto altro oltre a stare sdraiata sul divano a invocare una aspirina, ho preso la febbre. Esperienza poco piacevole anche se, a dire il vero, me l'ero augurata proprio il giorno prima ma questo autolesionismo derivava solo dalla mia crisi che sto passando per via della scuola. Dalla fine delle vacanze di Natale non posso più sopportare l'idea di andarci: odio tutto. Odio i compiti a casa, odio le verifiche, le tre interrogazioni giornaliere, la matematica e soprattutto il professore di matematica, i miei compagni, il continuo ricordarci del professori che dovremo affrontare la maturità. Odio la maturità.
E l'unico commento che posso fare sulla mia crisi è: non è il momento, la quinta liceo è decisamente un momento sbagliato per tutto questo.

Nessun commento:

Posta un commento