sabato 5 gennaio 2013

Se il buon giorno si vede dal mattino...

Se il buon giorno si vede dal mattino credo che dovrei andare in camera mia, entrare nel letto e mummificarmi tra le coperte per il resto della giornata.
Ieri sera sono andata a una sottospecie di pigiama party, da una delle mie due migliori amiche. Il programma era guardare The Truman Show e dormire. Sul secondo punto non siamo riuscite bene nell'intento perché abbiamo "dormito" in due nello stesso letto, più stretto di quello in cui io dormo di solito DA SOLA. Di conseguenza dovrò convivere tutto il giorno con il mal di schiena ma farei la firma se questa potesse essere la cosa peggiore della mattinata.
Tornando a casa con mio padre ho scoperto che mia madre è stata male durante la notte. Papà aveva detto solo mal di pancia e vomito, mamma invece, più sincera, ha detto che ha avuto anche la tachicardia. Ho scoperto quindi che mia madre stava malissimo mentre io ero a ridere per le espressioni buffe di Jim Carrey. A chi va il premio per "migliore figlia dell'anno"?! Ecco, ho appena immaginato la giuria che mi tirava il premio in testa. Penso che questo sia il mondo di affrontare il senso di colpa da parte della mia mente perversa . Oltre al senso di colpa c'è anche la rabbia. Mio padre, mentre accadeva tutto questo, era al bar con il suo socio. Io me ne sono andata perché pensavo che ci sarebbe stato qualcuno con lei. Okay, per essere sincera non mi sono soffermata a pensare se ci sarebbe stato qualcuno, lo davo semplicemente per scontato. Credo che dopo questa vicenda non darò più per scontate parecchie cose. Dopo aver abbandonato mia mamma ammalata da sola a capodanno supponevo che mio padre avesse finito di fare stronzate ma q quanto pare anche lui sta provocando la giuria di "Miglior marito dell'anno" per farsi tirare qualcosa in testa. Se va avanti così probabilmente non sprecheranno manco il premio e gli arriverà addirittura in tavolo dei giurati.
Sono preoccupata per mia madre, quella che sembrava una semplice influenza molto potente sta cambiando troppe forme. Prima il dolore alla mascella (o mandibola? Non ho voglia di controllare su google), poi l'estrema debolezza, le extrasistole e ora la tachicardia. Sono terribilmente preoccupata. Volevo portarla al pronto soccorso o dal medico di guardia ma si è rifiutata. Quando si sveglia riprovo a convincerla.
Come se non bastasse il mio senso di colpa e la preoccupazione mentre ero in camera di mia madre per farmi raccontare l'accaduto è arrivata la nonna e... ha iniziato a piangere. Ho visto piangere pochissime volte mia nonna nella mia vita e le più recenti sono state per qualche sventura delle figlie. Ho reagito in maniera strana alla sue lacrime: mi sono messa a ridere anche se in realtà avevo voglia di piangere. Avevo già gli occhi lucidi di mio, perché ero preoccupata, e mi sono ritrovata a dover consolare l'ottantasettenne che continuava a ripetere di non essere più capace di far niente e di non poterci aiutare in questa situazione. E' una sua esagerazione. Per la sua veneranda età mia nonna è ancora in gamba, è completamente autosufficiente (anche se le diamo una mano con le pulizie di casa, come è giusto) e a parte qualche dolore e giramento di testa è in salute. Ogni tanto è difficile farle capire qualcosa ma chi non è un po' "arrugginito" quando si avvicina ai novant'anni? Tutto questo per dire che non è affatto vero che non è capace di fare niente, il problema è che ora è capace di fare meno. Capisco che una donna con la sua vita alla spalle ora che non è più così in forma si senta meno utile e spesso addirittura un peso per figlie e nipoti. Fino al suo matrimonio si è occupata da sola di una casa con 7-8 uomini, ha dovuto affrontare la seconda guerra mondiale con tutti i suoi fratelli al fronte e solo suo padre di sostegno e quando si è sposata ha avuto tre figlie e non è cosa da poco. Quando ero piccola spesso si occupava di me e ancora oggi, nonostante io sia grande abbastanza per cavarmela da sola, vorrebbe farlo. Vorrebbe essere d'aiuto a sua figlia minore che è ammalata, a quella maggiore che ha il marito all'ospedale malato di leucemia e anche alla terza figlia che con suo marito stenta ad arrivare a fine mese. Ma non può. Ho letto tutto questo in quelle quattro lacrime che, per fortuna per il mio morale, sono sparite in fretta anche grazie a mia madre che è riuscita più o meno a consolarla. Vorrei convincerla che non è un peso, che è di aiuto comunque anche se non può più fare come una volta e che dovrebbe solo essere felice di poter essere ancora qui con noi e di ignorare i piccoli disturbi che ha e di essere consapevole invece della salute che ha. Ma non è facile.
Non è facile convincere qualcuno a essere felice di quel che ha quando non sei in grado di farlo tu. Non è facile parlare di certe cose con un'ultraottantenne quando hai solo diciott'anni. Quando la tua esperienza è poco più di un quinto della sua. Quindi posso accontentarmi solo che abbia smesso di piangere e sperare che ora sia nel suo appartamento da basso, non troppo preoccupata.
E a proposito di preoccupazione vado a controllare come sta la mia mamma.
Okay, mia madre sonnecchia e sembra stare bene, meglio comunque.

Ora, volevo dare il "Bentornate" alla mie gocce al tiglio! Siiiiiiiii! Un applauso per favore!
Okay, forse ho bevuto qualcos'altro oltre alle mie gocce calmanti.
Le gocce al tiglio sono la "sostanza" che mi ha aiutato parecchio a prendere la patente. Il mio peridio pre-patente è stato terribile, forse uno dei peggiori della mia vita. Forse il peggiore della mia vita.
L'ansia delle guide, l'ansia per l'esame, l'ansia per gestire la scuola mentre avevo la maggior parte dei pomeriggi occupati a scorrazzare per la città (non vivo in città grazie a Dio ma l'esame e di conseguenza le guide in preparazione, le ho fatte in città dato che dalle mie parti non c'è  più di qualche stop e di qualche rotonda, due per la precisione) e farmi "insultare" dalla mia istruttrice. Insomma, l'ansia.
E le mie goccioline mi aiutavano a gestirla, senza bisogno di quello schifo di psicofarmaci che mia madre prendeva nei "periodi bui", diciamo così. Per carità, nelle giuste dosi sono utili e aiutano chi non sta bene (non sono certa una di quelle persone contraria e questi tipo di farmaci, sono utilissimi se affiancati da un altro tipo di medicina e probabilmente sono anche di questo parere perché sono cresciuta con la bottiglietta di Lexotan sul piano della cucina, proprio dove al momento ci sono le mie gocce) ma non vorrei mai prenderli io stessa, mi farebbe sentire più grave di quel che sono. O di quello che spero di essere. Sono ansiosa, ho problemi d'ansia. Ma non mi ritengo ancora così grave da ricorrere ad ansiolitici.
Mi accontento invece delle mie "carinissime" gocce naturali che mi hanno aiutato quando tre settimane fa rischiavo l'esaurimento nervoso per una cavolo di patente. Che ho preso. Grazie a un intervento divino o grazie alle mie santissime gocce che mi hanno aiutato a mantenere la calma nonostante quella gran puttana di esaminatrice mi insultava per ogni piccola cosa che non facevo come lei voleva. Ma non ho fatto errori (a parte due pedoni lasciati per sbaglio ad aspettare un'anima più volenterosa a farli passare di me: se penso che al terzo scattava la bocciatura mi sento male) e non ha potuto bocciarmi. E ho preso la patente. E ho potuto evitare il crollo nervoso a cui rifare l'esame mi avrebbe portato.
Ieri invece ho ricominciato a prenderlo perché sento la pressione della scuola che sta per tornare. Devo fare ancora metà compiti e non ho iniziato la tesina come da programma e per questo mi sento un po' sotto pressione. Ultimamente sono sempre sotto pressione. La classe quinta e la patente hanno indebolito il mio sistema nervoso già delicato. Sospetto che questa delicatezza sia di famiglia ma non ho la forza di chiederlo a mia madre. Ma considerando che la sorella più vecchia di mia madre ha avuto un esaurimento alla mia età, mia madre ha sofferto di depressione e ansia per gran parte della mia infanzia e la terza sorella (oddio, fa tanto la Terza madre dire così ahahah), nonché la mia zia preferita, sta avendo problemi di questo genere in questo periodo le mie teorie non sembrano tanto campate in aria.
Comunque cercherò di non farmi abbattere né dalle lacrime di mia nonna, né dalla scuola e né dai miei problemi sentimentali/amicali. Devo essere forte. Per me e per tutti gli altri.
Infondo, mi continuo a ripetere, la mia vita non ha niente che non va.

Nessun commento:

Posta un commento